...fermiamoci ad osservare

martedì 8 febbraio 2011

.La gomma.

"Batto la testa in un mare di gomma, battere fa rimbalzare, ma le mie mani non toccano niente, la senti solo affondare. Batto più forte la testa nel muro, battere fa rimbalzare..mentre la gomma non fa il minimo rumore..la senti solo affondare!"

Che cos'è una gomma?
Una gomma secondo me è potere! Dal mio punto di vista se hai una gomma, una gomma 'magica', sei libero di cancellare ciò che proprio coi tuoi occhi non vuoi vedere! Ma se la tua gomma è solo una gomma, semplice, bianca, senza magie, allora tutto cambia; ti ritrovi col potere di non aver potere; ti ostini a tentar di cancellare cose, ricordi, momenti, desideri o anche solo scritte che mai, mai riuscirai ad eliminare. Questa storia parla di un desiderio così forte di cancellare ciò che più ci fa male, ciò che più ci annienta, di far sparire nel nulla, addirittura la vita, se è lei a farci del male, se è lei a distruggerci. Il video è una specie di spiegazione del testo, un montaggio fatto senza pretese, senza mezzi né risorse, che vuole ricordare la fragilità, la fragilità del tutto e il potere di avere una gomma, qualunque cosa sia. 
La follia è gioco, il gioco è follia.
Ora...


Guarda... ascolta... leggi...


Ho in mano un bicchiere di vino bianco imbottigliato quand’ero solo un bambino, in bocca percepisco un aroma forte seppur fruttato, mi scivola leggero sulla lingua a rinfrescarmi la gola, ascolto una musica leggera che solo un volatile può creare, lo sento unirsi al coro dei suoi fratelli, sperduto e bagnato, ma a casa; guardo le gocce rotolare dal cielo e mortificarsi a terra convinte che tutto cambierà, si uniscono in unico infinito gesto di solitudine su un cemento crudo e stitico; sudo, tremo, aspetto.
Non mi curo del mio aspetto, la barba mi solletica il viso ed il collo, i capelli sono ormai unti e appiccicosi, le unghie tagliano la carta come un rasoio, la pelle odora di stanchezza e di sudore, gli occhi guardano in giù verso un gonfiore che da giorni persiste violaceo; ho paura.
Mi sono svegliato nudo, con un vuoto dentro che mi ha immobilizzato su delle lenzuole puzzolenti, ho acceso la tv e ho fissato le schermo, immobile, sdraiato, stordito; ho fumato. La mia testa ha viaggiato per miglia e miglia verso un mondo di felicità e benessere; ho bevuto. Il mio stomaco si è sentito preso in causa e ha deciso di amarmi; ho vomitato. Il mio cuore si è cosparso di petali di rosa fluorescenti che cantavano melodie mai sentite, melodie tristi, melodie di morte. Son caduto. Le gambe ancora stanche e livide mi hanno fatto sentire che ci sono, che vivo, che prego, che mi distruggo. Mi sono rialzato. La mia voce ha parlato, ha sussurrato e poi ha urlato; ha urlato addio; ha urlato odio e disperazione. Ha urlato morte.
Ho in mano un revolver arrugginito che non vedevo da così tanti anni che non so nemmeno se possa davvero funzionare, se possa davvero sparare, se possa davvero uccidere. Ascolto il silenzio attorno a me. È assordante. È fastidioso, mi rimbalza nella testa e nel cuore. Il silenzio non esiste. Non da vivi. Il cuore batte sempre nei timpani, lo ascolti come una canzone, come un ritmo, con un bongo africano percosso da mani grandi e forti; lo ascolti bisbigliare a notte fonda che tutto andrà bene, che tutto cambierà; ma nulla cambia. Nulla si aggiusta. Non da solo. Questo vino è buono. Questa pioggia è fresca. Queste lacrime sono vive; vere; sincere.
Avevo in mano uno spinello poco fa; ora ho in mano della carta bruciata e tanto fumo nei polmoni e tanto sballo nella testa, mi fa bene, mi fa ridere e morire, di solitudine, di stanchezza e di gioia immacolata; come la neve sulle montagne, come l’acqua nel deserto; come il vino in una bara. Avevo in mano uno spinello poco fa che mi bruciava le dita; così l’ho spento. Avevo in mano un odore, un sapore, un tranello, un negoziato; avevo; ora ho solo questo, un cappello rosso con tante strisce bianche che mi sembra un’autostrada su un vulcano. Avevo in mano la mia vita poco fa e ora non lo so, non lo so dov’è non lo so quand’era poco fa e non so quand’è adesso. Avevo in mano un coniglio bianco con gli occhi rossi che forse aveva fumato troppo anche lui e forse, dico, forse si era stufato dello stufato e avevo cominciato col vino rosso ma poi il sangue nelle vene gli è bollito e si è sparato. Nelle zampe. Sulla coda. Non lo so; non c’è più.
Mi sono addormentato. La sigaretta si è spenta da sola sulle mie dita, sui miei calli bruciati e assiderati e io non mi sono più svegliato. Non oggi. Domani forse, per guardare la tv, in fissa come un caimano, sperduto come una nuvola nel cielo portata trascinata sbellicata e stralunata e distrutta da una raffica di vento. Domani forse, se non piove se gli uccelli non cantano se il vino non è bianco e se il revolver non mi uccide.
Domani.
Oggi sono vivo. Oggi sono io. Oggi sono. Concreto. Sveglio. Perduto. Assonnato. Depresso. Stanco. Ubriaco. Fumato. Impazzito. Morto.
Ieri era festa nel paese; non amo le feste. Non ora. Non oggi. Ma era festa lo stesso, anche se io non volevo che lo fosse; i botti litigavano tra le luci della notte inseguendosi piroettando la propria vita nel vento stanco di soffiare e soffrire tra i pollini e le foglie e i sacchetti bianchi che girano girano girano senza tregua. C’era una festa su ogni angolo del paese, c’era una festa su ogni testa del paese e c’era una festa su ogni occhio del paese; sul mio occhio c’era stanchezza e solitudine e lei lo sapeva. Lei. Lei. Lei.
Domani non c’è festa qui dentro e oggi è il domani di ieri che ha già avuto una festa tutta sua e niente mia; domani posso vivere felice se non muoio. Domani posso stare in casa tutto il tempo del mondo e della gente e degli alieni a me che me ne frega io di fretta non ne ho io posso morire anche dopodomani perché potevo morire ieri.
Ho una scritta.
Ho una voce che parla quando non ho voglia di parlare e ho una voglia di parlare che non parla quando invece dovrebbe parlare. Per questo ho una scritta. Si chiama…
Non ho una gran memoria; dimentico quasi tutto in verità come quando sono stato alla partita dei ragazzi con la maglia rossa e degli altri con la maglia blu che però non lo so esattamente cosa fossero e perché fossero lì però era divertente; non ricordo quasi niente. Dicono che tendo a dimenticare ma io non tendo affatto. Non mi piacere tendere. Mi da l’idea di una torre che sta per cadere e che non saprà mai quando dovrà farlo o quando lo farà senza nemmeno doverlo fare per forza. Tendo. Tendo la mano verso il cielo, questo faccio, quando sono stanco e lui mi aiuta perché ho una scritta e tutto posso.
So che faccio adesso. Adesso scrivo. Adesso scrivo e poi cancello. Amo cancellare. Amo cancellare tutto ciò che è scritto. Ma ho una scritta che non riesco a cancellare. Mai. E poi mai. Non vuole andare via e io non so che fare, perché amo cancellare. L’ho già detto? Ho poca memoria. Dicono che tendo a dimenticare. Ma a me non piace dimenticare; non mi piace. Mi fregano tutti qui dentro. Loro sono furbi. Possono esserlo perché loro non dimenticano io invece ti dico di no ma poi tu mi dici che ho detto di sì e allora ti regalo il pranzo e io di pranzo ne ho uno solo come gli altri ma quello è il mio e poi io non lo mangio perché lo mangia lui che mi ha fregato. E io ho fame. Ma questo è il passato questo non è più questo, non è adesso; adesso sono a casa ho in mano una pistola e fuori piove e io sono tanto tanto triste e vorrei sparare. Vorrei sparare. A quella scritta. Non c’è nessuna scritta, ma una c’è. Non lo posso dire a nessuno però che lei c’è e sa bene che io la vedo, ma lei non parla mi guarda e basta e questo mi basta, mi basta a farmi soffrire e bere vino e fumare ashish che poi da dove arriva non lo so ma c’è e lo fumo con gioia e tristezza insieme e bevo fumo che ho comprato e ho dimenticato in un bicchiere dove c’era il vino che poi è sparito ma io ho vinto perché li ho convinti li ho convinti tutti, che sto bene che non bevo che non fumo che non ho nemmeno una scritta e che domani ci sarò. Come ieri, ma anche come oggi perché oggi ci sono e scrivo e poi cancello ma quella scritta invece c’è e non la cancello.
Ho in mano un revolver. Mi piace la parola.
Re. Vol. Ver.
Ri. Tor. Na.
Ri. Spa. Ra.
Ri. Na. Sce.
Ho in mano un revolver.
Sono qui con un revolver in mano e fuori piove e ho convinto tutti. Io ho vinto. E domani muoio. E oggi muoio. E ieri sono morto. Bello. Mi piace.
Cancello.
Cancello quella scritta. Non mi piace. Mi fa stare male e mi sento solo con la mia scritta che ho visto per tanto tempo sulla porta quand’entravo e quando uscivo quando mangiavo e quando bevevo e quando giocavo e cancellavo e scrivevo e lei mi guardava e mi diceva tu non mi cancelli io sono una scritta ma sono diversa.
Cancello.
Per sempre. In fondo sempre non è poi così in fondo, è proprio lì, lo vedo il sempre, è lì davanti a me è scritto sulla porta. Per sempre. Sulla mia porta. Sulla mia testa. Sulla mia vita e sulla mia morte. È scritta qui sul mio revolver. Devo solo cancellarla. Che ci vuole. Devo solo premere il tasto magico che fa fuoco dalla bocca e tutto si cancella. Anche lei.
Ho una scritta. Ancora per poco. Chissà perché è in inglese. Lo sapevo l’inglese una volta quando non tendevo. Ho una scritta che non so leggere però so cos’è. So bene cos’è. È la mia malattia. La mia trasparenza. La mia solitudine. Ma li ho fregati tutti. E lo farò ancora. Devo solo cancellare quella scritta. Sono ripetitivo oggi. Forse perché oggi muoio e non voglio tralasciare niente e non voglio dimenticare niente e se ripeto, ripeto, ripeto, forse mi ricordo di sputare il fuoco e di morire e cancellare.
Ho una scritta.
Ho un revolver.
Ho il vino.
Ho il sangue.
Ho freddo.
Ho la solitudine.
Ho la gioia.
Ho una scritta.
La cancello.
Sì.
La cancello.
Ma sulla bara quando torno non voglio trovare quella scritta. Non voglio. Non voglio leggerla mai più. Lei. La scritta.
Sai che faccio? Cancello. Cancello tutto. Cancello ora. Adesso. Non domani. Adesso. Sì.
Boom.
(sa)
Boom.
(ni)
Boom.
(ta)
Boom.
(rium)
Boom.

Amo la gomma. Cancello anche ciò che non esiste.



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4 commenti:

  1. .....sei un fiume di emozioni...dolore....sensazioni....travolgi e coinvolgi....tanto da fare venire i brividi!!!! ci casco e mi immergo tanto da spaventarmi....!!!!
    k

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  2. grazie!!! :))) se coinvolge..allora forse non è male!!!

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  3. addiritturaaaaaaaaaaa???????ahahahhaha che esagggerazzioneee!!!!
    ma son contento che ti sia piaciuto!!! :)))

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