...fermiamoci ad osservare

domenica 6 marzo 2011

Pensieri scorrono


                                   
Oggi c’è il sole fuori. È caldo. Per la prima volta dopo tanto tempo. Mi affaccio al balcone per goderne un attimo. Chiudo gli occhi. Che meraviglia. La mia pelle gode e ringrazia, il mio cervello gode e ringrazia, la mia anima gode e ringrazia.
Sento una campana suonare le 16 zero zero al centro della piazza del mio paesino di campagna. Gli uccellini cantano e i bambini gridano felici.
E allora penso, istintivamente; immagino. C’è una campana che suona in piazza; aziono la videocamera del mio cervello, mi avvicino alla fonte di quel suono; faccio uno zoom. La vedo muoversi avanti e indietro. Ad ogni confine del tracciato segna un rintocco. Il movimento è blando, sembra che balli vero? Sì, sembra che stia ballando. Ok, allora la campana balla. Il ballo mi riporta spontaneamente alla figura di una donna; la donna è sensualità. La campana è sensuale. La campana balla sensuale. E dove lo fa? Dove balla la campana? Diversamente dalla donna che balla su di un palco, lei danza su un campanile; e com’è fatto un campanile? Può sembrare una finestra? O una porta? O un balcone? Sì, può. E quegli spazi tra le quattro colonne che sono la nostra porta/finestra/balcone a che servono? Qual è la loro specifica azione? Fanno passare aria per diffondere il suono! Giusto! E se passa aria in una finestra io maledico o santifico gli spifferi. E quindi la campana balla sensuale tra gli spifferi di un campanile. E che succede se allontano la videocamera? Da una distanza maggiore percepisco meglio il movimento; posso vedere bene la forma della campana, è rotondeggiante; è morbida nei lineamenti. Mi ricorda la passerella di una donna formosa e seducente che mostra con arte e furbizia le sue doti femminili. E allora la campana che fa? Balla sensuale tra gli spifferi di un campanile, mostrando con arte la movenza seducente delle sue curve. Sì mi piace scena.
E mentre visualizzo tutto questo, il sole è sempre lì che mi scalda; ma il sole non è solo calore. Il sole è energia, è vita, è potenza. Un’energia è libera di viaggiare nello spazio e di assumere varie forme. Quindi il sole può fare altro oltre a scaldare, lo posso vedere come forma fisica tangibile volendo usare l’immaginazione. E quando mi scalda il sole che fa? Mi tocca! Tocca tutto il mio corpo. Potrei dire quasi che lo sento rotolare dal viso fino ai piedi. Sì, allora il sole rotola sulla mia pelle. Se rotola è rotondo, rotondo come una bolla, magari una bolla d’acqua che rigenera. Acqua fresca d’estate sulla pelle. Acqua con le bolle, acqua gassata di una bottiglia. Io la verso e lei che fa? Lei scoppietta sul bicchiere. Mi piace. Quindi il sole rotola sulla mia pelle scoppiettando come bolle d’acqua gassata in una bottiglia? Esatto! E poi? La immagino rotolare sulla fronte e a cosa andrà incontro quest’acqua sul mio viso? All’epidermide e ai suoi pori, sì, e che fanno i pori? Si dilatano e si restringono! Già! Si dilatano e cos’altro si dilata e si restringe? Le pupille! Giusto. E quando lo fanno? Lo fanno al buio e alla luce. E se il sole dilata i pori il buio dilata le pupille. Esatto.  E allora l’acqua che rotola tra i pori che fa? Non fa lo slalom come farebbe uno sciatore tra le bandierine? Sì, lo fa! E se guardi la scia sulla neve di uno sciatore che fa lo slalom cosa vedi? Un serpente bianco? Sì! Un serpente! Quindi il sole rotola sulla mia pelle scoppiettando come bolle d’acqua gassata in una bottiglia serpeggiando tra pori che si dilatano imitando le pupille al cospetto del buio. Esatto. Seconda scena.
Serto gli uccellini. Cantano. Si scambiano battute da un albero all’altro come in un coro in chiesa. Quasi un inno. Volano in squadra e si spalleggiano come una famiglia, come fratelli. Potrei quasi dire che il loro sia una specie di inno alla loro stessa fratellanza. Sì, potrei perché no?! Fratellanza, famiglia..amore. L’amore sta nel cuore. L’amore è sacro. Il pettirosso in volo inneggia al sacro cuore della fratellanza. E che fa questo pettirosso in volo? Fa delle piroette magnifiche disegnando forme che sembrano enormi cuori nel cielo blu, o no? Forse è in amore, forse vorrebbe esserlo. Il pettirosso in volo inneggia al sacro cuore della fratellanza piroettando su e giù, in cerca d’amore. Terza scena.
Ma sotto il canto degli uccellini ci sono delle voci, e col solo, le urla in lontananza sono di bambini, puntualmente. Ricordo quando lo ero io. Urlavo mentre giocavo a pallone nei prati. E come giocavo? A piedi nudi, sempre. Il contatto con la terra è importante. E me li vedo correre dietro ad un pallone su di un prato molto verde. E il prato di che è fatto? Di fili d’erba, quelli sottili, che se li strappi e li metti di traverso e ci soffi sopra, fischiano. Lo stesso rumore quasi, fa il vento quando filtra tra di loro rapido e beffardo e allora? E allora..
Piedi nudi di bambini inseguono un pallone tra fili verdi d’erba fischiettante. Sì, ultima scena per oggi.
Non c’è ancora la primavera, ma sembra abbia voglia di unirsi alla festa. E mi vien voglia di scrivere in suo onore.


Primavera.
Chiudo gli occhi; una campana in lontananza balla sensuale tra gli spifferi di un campanile, mostrando con arte la movenza seducente delle sue curve; il sole rotola sulla mia pelle scoppiettando come bolle d’acqua gassata in una bottiglia e serpeggia tra i pori che si dilatano imitando pupille al cospetto del buio. Un pettirosso in volo inneggia al sacro cuore della fratellanza piroettando su e giù, in cerca d’amore. Piedi nudi di bambini inseguono un pallone tra fili verdi d’erba fischiettante.

2 commenti:

  1. Un punto di vista davvero luminoso, ricco di immagini fresche, quelle che davvero ricordano il tempo della nostra spensierata infanzia. Il campanile nel paese di campagna, i suoi dettagli che torreggiano su di una veduta di serenità, dove i bambini giocano.Anche il sole,qui, è diverso da quello che si crede, ha un significato diverso grazie alle tue parole.Bravo, quando ti leggo mi viene sempre in mente un dipinto ad aquerello. -Gennarino-

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  2. E nel movimento delle tue parole rivedo anch'io quel sole..che brucia la pelle ma che non fa male..e rivedo quel paese..la musica e l'ondeggiare di una campana puntuale.. il richiamo di una festa di paese..
    le voci dei bambini,guance rosse e piedi scalzi,e il vento tra i capelli a raccogliere fiori di camomilla ..

    Grazie Dani per questo affresco..per questa musica!:-)

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