...fermiamoci ad osservare

martedì 25 gennaio 2011

Non mi ricordo che cosa devo ricordare

Oggi è una giornata strana; insomma, potrebbe benissimo essere ieri e io non lo saprei mai, neppure se fosse già domani; in fondo ieri è solo un ricordo, oggi anche, ho appena scritto la parola 'scritto' e già posso ricordarlo. Che presente è mai questo?? E se fosse domani, beh, credo che me lo ricorderei!! Perciò, che senso ha la mia memoria? Già, davvero voglio trovare un senso a questa sera? Anche se questa sera un senso non ce l'ha? O voglio solo trovare una domanda ad una risposta che ancora non so?
Non importa se è finita, quello che conta è che sia stata una splendida giornata!

     


.AI MARGINI DI UN PUNTO DI DOMANDA.


A che diavolo stavo pensando??? Proprio non lo so…  non mi ricordo. Sai che novità.
Sono qui, al buio che penso continuamente a qualcosa che non so cos’è, a qualcosa che mi sembra di pensare da sempre ma di non essere mai riuscito a focalizzare… ridicolo.
Cerco di ricordare, perché la sensazione che quella visione ormai dimenticata, mi lascia dentro è davvero emozionante e curiosa; mi sembra di conoscerla da una vita… ma allo stesso tempo sento che non è mia, che non è in me… che forse, non è mai stata in me!
Ascolto il silenzio che regna sovrano tutto intorno e un pensiero mi affiora nella mente; un pensiero che ho già pensato chissà dove, chissà quando, chissà perché… e mentre lo creo, sento che si cancella, che si annulla, che fa di tutto per annientare sé stesso, o forse me. Visualizzo la lavagna luminosa dei ricordi dove loro viaggiano senza ritmo, senza meta, senza tregua e mentre formulo il pensiero stesso del pensare ciò che sto pensando, nella lavagna luminosa della memoria vedo come il Nulla, che nero e veloce e devastante, arriva da lontano (o da vicino) e si mangia le parole dei miei ricordi; vedo le lettere sparire una dopo l’altra sino all’ultima, sino al punto finale, sino a raggiungere il presente del mio pensiero; torno al punto di partenza… a ciò che ero e a ciò che sono… ed è in quel preciso istante (consapevolezza?) che una forte luce si accende davanti a me (me? Io? …Chi?), forte sì, ma non fastidiosa, per niente, anzi, gradevole quasi al tatto; familiare, in fondo. Un bagliore che illumina uno specchio; vola libero davanti a me, sospeso, forse, tra realtà e finzione; lo guardo, lo osservo, lo studio. È bello, affascinante, travolgente… sono io.
Mi guardo nello specchio e ciò che vedo, non è di certo umano: non c’è un corpo in carne ed ossa riflesso in una stanza, non c’è un viso con occhi, denti e baci… ma un infinito Nulla nero al di là della cornice e milioni di parole bianche che splendenti nel buio, navigano libere, come particelle atomiche liberate nell’aria dopo un esplosione. Ognuna col suo ritmo viaggiano senza meta (senza senso) in quello spazio vuoto (pieno), si superano, si scavalcano, si scontrano, appaiono, scompaiono e poi riappaiono… in una danza bellissima di luce bianca contrastata dal buio fitto e denso dei miei pensieri.
Bianche sì, come la neve… che non ho mai visto, che non so cos’è, che non ho mai… vissuto.
Non sono Uomo, non sono Pelle, non sono Ossa; non sono Sangue.
Sono solo un ricordo, di tutto e di niente. Di bello e di brutto. Di  vivo e di morto. Solo.. un ..ricordo..
Il ricordo di qualcuno che, spero, ricorderà per sempre.

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